Quindi quella volta che Elena, quando è andata Elena che ha avuto un attimo… che a scuola non voleva andare più non è che… non voleva andare più perché aveva attacchi di panico… io non è che l’ho portata dal mio medico per giustificare a scuola. Io l’ho portata in Psichiatria. Proprio perché, per aiutare Elena. E loro, invece… invece di aiutarmi la mandavano di là… la colpa, la colpa la davano sempre… ah no bisogna chiamare i servizi sociali perché… ma a che cazzo servono i servizi sociali se ti dico che Elena ha bisogno di una cura e capire, di una psicologa ha bisogno.
Pure per esempio Carla quando la mando dallo Psichiatra, ci da le medicine. Io ti dico, vedi che a marzo ha avuto una reazione esagerata dovuta – di nervosismo – dovuta alla tiroide. Difatti quando la tiroide è troppo alta si innervosisce quando la tiroide – è proprio la sindrome – si calma. E poi è passata al mutismo, che significa che si era calmata. E io gli stavo spiegando allo psichiatra “Vedi che era nervosa, è passata al mutismo, ha bisogno di un qualcosa che la tira su”. Tu che mi dai? “Eh vabbè visto che si è innervosita le diamo un calmante”. Invece di migliorarla l’ha peggiorata. Ma io se ti dico questo… cioè non ascoltano. “Ah io devo vedere io!”.
Ma se ti dico questo, ma perché non capisci che non ascolti quello che ti dico io?. Oppure con lei, con Elena, mi ricordo la Psichiatra… perché quando l’ho portata Elena a Psichiatria privatamente, perché pensavo che era meglio la psichiatria privatamente, convinta! Però poi in determinate cose… sistemazioni, dovevano essere statali sai? Allora quando l’ho portata sia dalla psicologa privatamente, psichiatria privatamente… no, no problemi non ce ne ho perché lei sa tutto può stare… loro mi hanno indicato che dobbiamo andare di là per mandarla in questo Centro perché era fissata col computer, sul telefonino e tutte ste cose qua… quindi dobbiamo, come dire, disintossicarla.
Io la porto dalla psichiatra pubblica e gli dico “Loro mi hanno detto di chiamarti per vedere…”. “No io la devo vedere io, la devo studiare io Elena”. Oh insomma ho perso due anni senza che ho concluso niente. Alla fine non ho concluso niente. Perché lei ha sempre fatto quello che ha voluto, capisci? E quando gli spiegavo questo, questo e questo non se ne frega… ma tuttora. Io vado là e mi dice no io devo sentire Elena.
“Tu si scema. Tu devi sentire tutti e poi giudichi e poi decidi”. Senti il parere della psicologa, senti il parere della psichiatra quella privata, senti il mio parere e poi valuti. No! Tu senza sentire me, senza sentire la psicologa, senza sentire la psichiatra, tu prendi e valuti da sola? Oppure quando è stata il periodo da conte te lo ricordi, non so se conosci il dottore quello che sta nel posto prima del centro mentale… che prima lo chiamavano manicomio… Il San Felice. Lì c’era il dottore che faceva il coso diurno, l’avevano mandata perché quel periodo aveva smesso una medicina e quindi era impazzita perché non doveva smetterla, lei non so che gli è preso ad un certo punto se l’è voluta togliere e questo gli ha alterato non so che cosa, perché non sono un medico, eh scompenso psichiatrico, però poi con la medicina s’è ritornata normale. Però l’avevano mandata in questo centro e il dottore aveva visto in Elena le stesse cose che avevano visto sia la psicologa, che la psichiatra. E quella cretina manco a lui l’ha ascoltato. No io faccio come dico io.
Io per questo non sopporto ste cose… perché loro, decidono loro, si sentono… quella si sente la regina io dico. Capito io no… psichiatria io non sono tanto soddisfatta, almeno io personalmente. Ma non perché mi hanno fatto qualcosa, perché vedo che io, se parlo, come se ci fosse qualcosa capito? Già partono col presupposto di accusa. “Ah dobbiamo indagare”. Come sai i poliziotti che non ti credono a quello che dicono “ah dobbiamo prima vedere…”. Mi da fastidio perché se io ti dico una cosa è quella. Cioè capito io faccio per l’interesse di mia figlia no contro mia figlia. E quello che fanno loro. Non ascoltano a nessuno.
